La cometa C/2025 A6 (Lemmon) è stata scoperta il 3 gennaio 2025 nell’ambito del progetto Mount Lemmon Survey.
Inizialmente individuata come oggetto asteroidi-like, immagini di “precovery” (ossia scatti passati in cui era presente, prima che fosse riconosciuta come cometa) risalgono al 12 novembre 2024.
Col progredire delle osservazioni, è emerso che non si trattava di un semplice asteroide: è dotata di coma (nube di gas e polveri attorno al nucleo) e di coda, segni tipici della natura cometaria.
Orbita, periodo e parametri fondamentali
La cometa presenta un’orbita strettamente ellittica con eccentricità pari a circa 0,9957, che la pone molto vicina al percorso di un oggetto “quasi-parabolico.”
Il punto di massimo avvicinamento al Sole (perihelio) è previsto per l’8 novembre 2025, quando la distanza dal Sole sarà di circa 0,53 unità astronomiche (UA) (circa 79 milioni di chilometri). Prima del perielio, durante la fase “inbound” dell’orbita, si stima che il periodo sia nell’ordine di circa 1.350 anni.
Dopo il passaggio al perielio, il percorso di “rientro” (“outbound”) potrebbe ridurre leggermente questo periodo stimato a circa 1.150 anni, secondo alcune stime. Il prossimo massimo avvicinamento alla Terra è previsto il 21 ottobre 2025, a una distanza stimata di circa 0,596 UA (circa 89 milioni di chilometri). In quel periodo, secondo alcune proiezioni ottimistiche, la cometa potrebbe raggiungere magnitudini che la renderebbero visibile anche a occhio nudo in cieli bui (mag 4 o 5).
Luminosità, comportamento e coda
All’atto della scoperta, la cometa era estremamente debole (mag ~21,5) quando si trovava a circa 4,5 UA dal Sole. Con il passare del tempo, però, ha manifestato un’attività più intensa del previsto, con un rapido aumento della luminosità: in poche settimane è passata da stime iniziali attorno a magnitudine 16–17 fino a valori molto più favorevoli.
Alcuni recenti rapporti fotografici e osservazioni segnalano che la coda ionica della cometa si è estesa fino a 3 gradi e potrebbe risultare ben visibile in lunghe esposizioni fotografiche o con telescopi da campo ampio. Diversi modelli prevedono che il massimo di luminosità potrebbe attestarsi tra magnitudine +4 e +5, in modo tale da renderla un oggetto facilmente osservabile per gli astrofili e, nelle migliori condizioni, anche a occhio nudo in località con cielo scuro.
Visibilità dai cieli del Reggiano?
Attualmente la cometa è posizionata nella costellazione del Leone Minore (Leo Minor).
Le coordinate apparenti per il cielo (Right Ascension / Declination) la collocano intorno a RA 09h 52m 46s e Dec +40° 27′ 56″, secondo gli ultimi dati riportati da cataloghi astronomici.
La cometa sorge prima dell’alba (o è osservabile nelle prime ore del mattino), e la sua altezza nel cielo locale dipende molto dal sito di osservazione e dalle condizioni atmosferiche locali.
In Italia settentrionale e in regioni come l’Emilia-Romagna, per poterla osservare è opportuno orientarsi verso l’orizzonte orientale nelle ore prima del sorgere del Sole, in momenti in cui il cielo è ancora buio e il cono di luce solare non interferisce troppo. Se la cometa continuerà ad aumentare di luminosità, potrà diventare un appuntamento interessante anche in notti relativamente luminose.
Cosa rende speciale C/2025 A6 (Lemmon)?
Brillantezza crescente inattesa: rispetto alle prime previsioni, la cometa sta mostrando un’attività maggiore del previsto, una sorpresa che stimola osservatori da tutto il mondo.
Periodo lungo ma non infinito: con un passaggio al perihelio stimato ogni migliaio di anni, per molti di noi questa potrebbe essere un’occasione unica di osservazione in una vita.
Possibile visibilità ad occhio nudo: se le previsioni ottimistiche si avverano, verso la metà o fine ottobre la cometa potrebbe essere viste senza strumentazione, in cieli con bassa inquinamento luminoso.
Contesto astronomico favorevole: il passaggio ravvicinato alla Terra è previsto proprio in corrispondenza di date dove la Luna sarà nelle sue fasi basse o addirittura nuova, offrendo cieli più scuri per l’osservazione.
Una cometa dinamica: la luminosità delle comete è spesso imprevedibile e variabile — esplosioni, frammentazioni o attivazioni maggiori di gas volatili possono modificarne sensibilmente l’aspetto.
Matteo Benevelli

