Si narra che un tempo immemore un Gigante dalla statura imponente vivesse sui monti dell’Appennino, amando profondamente la natura e le genti che vivevano alle sue pendici. Era un essere di infinita bontà, il cui compito era vegliare sulla valle.
Un giorno, per ragioni non specificate (a volte un dolore, a volte la tristezza per le vicende umane o una ferita subita), il Gigante si distese sul crinale della montagna, provando una pena così forte da non poter più sopportare il peso del mondo o il dolore del suo cuore.
Tutti gli esseri della montagna si commossero per la sua infinita bontà e per il suo travaglio. Proprio in quel luogo, il Gigante morì, ma prima di esalare l’ultimo respiro, versò copiose lacrime di rimpianto e addio che gli scorsero dalle gote fino a terra.
Il suo corpo si trasformò nella montagna stessa:
- Il Profilo: Il suo volto, il torace e le gambe divennero le cime e i crinali che oggi formano il Cusna, un “uomo morto” che continua a vegliare, “sdraiato lassù a spezzare la furia dei venti.”
- Il Torrente Secchiello: Le sue ultime, preziose lacrime cadute al suolo non si dispersero, ma si raccolsero e diedero origine al torrente Secchiello, un affluente del Secchia, che secondo la leggenda nasce proprio in prossimità del suo “occhio”.
Ancora oggi, quando si osserva il Monte Cusna da lontano, soprattutto dall’Appennino Reggiano, si può riconoscere distintamente il profilo del Gigante sdraiato, che dorme il suo sonno eterno e protegge le valli con la sua mole.
METEOREGGIO.IT
Dott. Matteo Benevelli

