Alle 18:19 di oggi, lunedì 22 settembre 2025, il Sole attraverserà l’equatore celeste dando ufficialmente inizio all’autunno astronomico nell’emisfero boreale. È il momento dell’equinozio, dal latino aequinoctium, “notte uguale”, perché in teoria le ore di luce e quelle di buio tendono a bilanciarsi.
In realtà non sono perfettamente uguali: a causa della rifrazione atmosferica, che fa apparire il Sole sopra l’orizzonte anche quando è già sceso sotto, e della diversa definizione di alba e tramonto (dal primo all’ultimo lembo solare visibile), le giornate di “perfetta uguaglianza” avvengono con un paio di giorni di differenza. Ma simbolicamente, l’equinozio rappresenta la soglia che ci conduce alla stagione dei colori caldi, delle nebbie e delle prime fredde.
Dal punto di vista astronomico, l’evento avviene quando l’asse terrestre, inclinato di 23°27’, non presenta alcuna inclinazione verso o contro il Sole: i raggi solari cadono perpendicolari sull’equatore. È un attimo di equilibrio geometrico che scandisce il ritmo del nostro anno.
L’equinozio, però, non è solo scienza: ha un forte valore culturale.
Gli antichi Greci lo legavano al mito di Persefone, rapita da Ade: il suo ritorno nell’Oltretomba segnava proprio la discesa dell’autunno e la fine dell’abbondanza estiva.
In Giappone, l’equinozio è celebrato con lo Shūbun no Hi, festa nazionale dedicata al culto degli antenati e alla visita dei templi.
Nel mondo celtico, l’equinozio d’autunno era Mabon, tempo di ringraziamento per il raccolto e di equilibrio tra luce e oscurità.
Persino i Maya e le grandi civiltà mesoamericane costruirono templi allineati in modo tale che, durante equinozi e solstizi, giochi di luce e ombra creassero figure simboliche: celebre è il serpente piumato che appare sulla piramide di Kukulkán a Chichén Itzá.
Oggi l’equinozio ci ricorda quanto siamo ancora profondamente legati ai cicli celesti, anche se la vita quotidiana tende a nasconderli. È un invito a rallentare, ad accogliere il cambiamento delle stagioni e a riconoscere che l’equilibrio tra luce e buio non è solo un fatto astronomico, ma anche un simbolo universale di armonia e trasformazione.
Matteo Benvelli

