La calcantite è un minerale appartenente alla classe dei solfati. Il suo nome deriva dal greco chalkos (rame) e anthos (fiore), facendo riferimento al suo contenuto di rame e al suo aspetto cristallino spesso spettacolare. La sua formula chimica è CuSO₄·5H₂O, ovvero solfato rameico pentaidrato.
Caratteristiche fisiche e chimiche
La calcantite si presenta generalmente in cristalli blu intenso, di forma prismatica o aciculare. È un minerale idrosolubile, il che significa che si scioglie facilmente in acqua, rilasciando ioni di rame. Per questo motivo, in natura si trova soprattutto in ambienti aridi, come le miniere abbandonate, dove si forma per evaporazione.
- Colore: Blu brillante
- Lucentezza: Vitrea
- Durezza: 2.5 sulla scala di Mohs
- Densità: Circa 2.3 g/cm³
- Sapore: Metallico-amaro (nota: non è sicuro assaggiare i minerali!)
Origine e formazione
La calcantite è un minerale secondario, che si forma per alterazione di minerali contenenti rame in ambienti ossidanti. È comune nelle zone di ossidazione dei giacimenti di rame, in particolare dove l’acqua può evaporare facilmente lasciando depositi cristallini. Tuttavia, poiché è solubile in acqua, tende a dissolversi facilmente in ambienti umidi e piovosi.
Usi e curiosità
- La calcantite è ricca di rame, quindi può essere usata come fonte di questo metallo, anche se in pratica è rara in quantità sufficienti per l’estrazione industriale.
- È molto apprezzata dai collezionisti di minerali per il suo colore intenso e la bellezza dei cristalli.
- In laboratorio può essere sintetizzata artificialmente, e molti esemplari venduti nei mercati mineralogici sono in realtà creati in laboratorio.
Precauzioni
La calcantite è tossica, in quanto contiene rame in forma solubile. Per questo motivo, bisogna maneggiarla con attenzione, evitare il contatto prolungato con la pelle e non ingerirla. Inoltre, è bene conservarla in ambienti asciutti, poiché l’umidità può rovinarla nel tempo.
Debora Lervini




