Myocastor coypus: la nutria tra natura e impatto ambientale

Myocastor coypus, comunemente conosciuto come nutria, è un roditore semi-acquatico originario del Sud America. Introdotto in varie parti del mondo, tra cui l’Europa e il Nord America, per l’allevamento della pelliccia, è oggi considerato in molti paesi una specie invasiva, con impatti significativi sull’ambiente e sull’agricoltura.

Aspetto e caratteristiche

La nutria ha un aspetto simile a quello di un grosso ratto, ma con alcune peculiarità: può pesare fino a 10 kg, ha un corpo tozzo, una lunga coda squamosa, e denti incisivi di colore arancione brillante, caratteristici della specie. Il suo corpo è coperto da una folta pelliccia bruna, che è stata il motivo principale della sua diffusione al di fuori dell’area d’origine.

Perché i suoi denti sono arancioni?

Le nutrie hanno i denti incisivi di un caratteristico colore arancione brillante a causa della presenza di ferro nello smalto dei denti. Lo smalto (la parte esterna e dura del dente) degli incisivi della nutria è rinforzato con ferro, sotto forma di ossido di ferro. Questo conferisce al dente una maggiore resistenza all’usura, fondamentale per un roditore che usa i denti continuamente per rosicchiare.
Il ferro rinforza lo smalto sul lato frontale degli incisivi, mentre il lato interno (bianco) è più tenero: questo fa sì che si affilino naturalmente con l’uso.
I denti arancioni sono un segno di buona salute per una nutria. Anche se può sembrare “strano” o perfino “inquietante”, è un adattamento perfettamente naturale e funzionale. I piccoli nascono già con i denti arancioni visibili.

Habitat e comportamento

Questi animali vivono principalmente in ambienti umidi, come fiumi, canali, paludi e laghi. Sono eccellenti nuotatori, grazie alle zampe posteriori palmate, e costruiscono tane lungo le sponde, contribuendo però spesso all’erosione degli argini.
Le nutrie sono erbivore e si nutrono di piante acquatiche e terrestri. La loro dieta e la loro attività scavatrice possono causare gravi danni agli ecosistemi locali, alla vegetazione spontanea e alle coltivazioni agricole.

Diffusione e impatto

Introdotte in Italia nel corso del XX secolo per l’allevamento da pelliccia, molte nutrie sono sfuggite o state liberate, trovando condizioni favorevoli per la proliferazione. Oggi sono diffuse in gran parte del territorio italiano, specialmente nelle zone di pianura con corsi d’acqua.
Il problema principale legato alla presenza della nutria è il suo impatto ecologico e idraulico: distruggono habitat naturali, compromettono la biodiversità e mettono a rischio le infrastrutture agricole e idrauliche. Inoltre, possono essere portatrici di malattie trasmissibili ad altri animali e, in rari casi, anche all’uomo.

Gestione e contenimento

Data la loro elevata capacità riproduttiva e l’assenza di predatori naturali in molte aree, la gestione delle popolazioni di nutria rappresenta una sfida per le autorità locali. Le strategie includono il contenimento tramite cattura e abbattimento, la modifica dell’habitat per renderlo meno favorevole, e la sensibilizzazione della popolazione per evitare l’alimentazione e la protezione inconsapevole di questi animali.

Myocastor coypus è un esempio emblematico di come l’introduzione di specie aliene possa portare a gravi squilibri ambientali. Pur essendo un animale affascinante dal punto di vista biologico, la sua presenza fuori dall’habitat originario solleva importanti questioni legate alla conservazione ambientale e alla convivenza tra natura e attività umane.

Debora Lervini