Il progetto di qualificazione “Aula a cielo aperto. Pratiche formative per l’Outdoor Education” nasce dall’esigenza condivisa dal gruppo di lavoro delle insegnanti delle scuole coinvolte di ripensare e valorizzare gli spazi esterni delle scuole come contesti educativi privilegiati. Tale scelta prende avvio da una riflessione su alcune tendenze ormai diffuse, tra cui il crescente utilizzo del web da parte dei bambini e la conseguente riduzione delle esperienze dirette a contatto con la natura.

A partire da queste considerazioni, è stata strutturta una formazione specifica rivolta al personale educativo e docente, finalizzata alla costruzione di pratiche didattiche all’aperto, integrate e intenzionali, capaci di rispondere ai bisogni educativi emergenti e di sostenere un apprendimento autentico, multisensoriale e significativo.

L’ambiente esterno è un luogo ricco di opportunità formative, in cui i bambini possono esplorare, scoprire, agire e interagire, sviluppando conoscenze e competenze in modo attivo e partecipato. Il giardino scolastico viene quindi interpretato non solo come spazio fisico, ma come contesto pedagogico in grado di favorire la relazione, l’autonomia, la costruzione dell’identità, e una corretta percezione di sé, degli altri e della realtà circostante.

Uno degli obbiettivi del progetto è legato alla volontà di esplorare nuove modalità di fruizione consapevole e mirata del giardino, uno spazio ampio e presente in tutte e tre le scuole coinvolte, che troppo spesso resta inutilizzato o sottoutilizzato nelle pratiche quotidiane.

Ciascuno dei giardini dei tre plessi coinvolti presenta caratteristiche peculiari, legate al contesto territoriale, alle dimensioni, alla disposizione degli spazi e alla presenza di allestimenti differenti. Tali diversità rappresentano un valore aggiunto in chiave educativa e didattica, poiché offrono spunti specifici per sviluppare percorsi formativi e progettuali personalizzati, capaci di rispondere in modo efficace alle potenzialità e ai bisogni di ciascun contesto scolastico.

Dal punto di vista motorio, l’utilizzo intenzionale degli spazi esterni permette ai bambini di sperimentare movimenti più complessi e diversificati, favorendo uno sviluppo più equilibrato, tanto sul piano fisico quanto su quello cognitivo, relazionale ed emotivo.

Il progetto si propone dunque di promuovere una cultura dell’educazione all’aperto, sostenendo il personale educativo e docente nella costruzione di pratiche pedagogiche condivise e sostenibili, orientate a valorizzare la natura come risorsa educativa fondamentale per la crescita integrale del bambino.

L’ipotesi è che l’esperienza nel contesto naturale favorisca l’apprendimento, poiché innesca curiosità verso gli elementi ed i fenomeni naturali.
I bambini/e ricercano, scoprono, sperimentano in un contesto a portata di mano, familiare, piacevole. Il contesto esterno diviene una sezione/aula a cielo aperto, spazio di apprendimento, in cui sperimentare molteplici linguaggi (motorio, ludico, verbale…), funzionale inoltre per la strutturazione del senso civico ed ecologico (riciclo-rispetto ambiente), nonché idoneo per la comprensione di tutti quei fenomeni causa-effetto che sono resi molto più espliciti e chiari nel contesto naturale esterno.
Il giardino diventa così luogo della quotidianità, dell’attività in cui i bambini si mettono in gioco, esplorano, interagiscono, scoprono.
Si vengono così a smorzare dinamiche conflittuali o “faticose”, di ostacolo alla serena relazione con i pari (come ad esempio la possessività per i materiali, difficoltà comunicative e di scambio ecc.). L’esterno non è solo una parte della scuola o uno spazio in cui far “scatenare i bambini/e” concedendo loro una “boccata d’aria” ma è un luogo fondamentale di crescita e confronto. Una continuità tra l’interno ed esterno da sfruttare al meglio durante ogni stagione, integrando così l’offerta di apprendimento che il plesso scolastico può offrire.

  • PRIMO INCONTRO: “Esplorazione del giardino, ciclicità delle stagioni, colori e botanica”
  • SECONDO INCONTRO: “Insetti e lombricaio”
  • TERZO INCONTRO: “Zolle, suolo, radici, granulometria”
  • QUARTO INCONTRO: “Terra come colore e plasticità”

Ogni incontro è stato organizzato con un tempo di permanenza all’esterno per consentire di:

  • descrivere e presentare alle insegnanti la tipologia degli elementi presenti: antropici, naturali, biotici e abiotici, inclusivi o esclusivi, etc…
  • fornire informazioni dettagliate sull’ecosistema giardino: fornendo nomi botanici e volgari delle essenze arboree, arbustive ed erbacee; una descrizione scientifica  delle stesse comprendente caratteristiche, età, metodi di riconoscimento, caratteristiche peculiari; animali e insetti che è possibile ritrovare nel giardino e nelle zone limitrofe; essenze commestibili e/o curative; possibili spunti di lavoro e di riflessione con i bambini/e; eventuali essenze da evitare come edera e funghi; consigli e spunti pratici su come avvicinare i bambini alle piante aumentando l’idea di scoperta e di naturale ricerca.
  • lasciare che i partecipanti osservassero, coi loro tempi e con le modalità a loro più congeniali, soffermandosi su elementi che incuriosivano ma che, normalmente, non vengono notati, sia per l’impegno costante nella cura e sorveglianza dei bambini sia per il poco tempo che spesso riusciamo a dedicare alla vera osservazione.
  • proporre attività: come raccolte e catalogazione di materiali naturali sia con indicazioni precise sia con libertà di scelta al fine di far emergere la vera personalità di ognuno di noi; utilizzo di strumentazioni specifiche come vanga e trivella; osservazione dei differenti colori del terreno una volta estratte le carote a seguito della trivella; visionare e indagare i buchi formati; raccogliere le zolle e smembrarle.

Ogni incontro ha poi avuto un secondo tempo di riunione all’interno per valutare e riflettere sui materiali raccolti, creare composizioni con materiali naturali, analizzare ed utilizzare l’argilla per creare forme, osservare i lombrichi e creare un lombricaio, colorare con argille e terre di differente colore, etc..
Lo spazio collettivo all’interno è stato luogo per condividere le molteplici opportunità/proposte per i bambini/e, i dubbi operativi e circa alcuni materiali proposti, i dubbi e i suggerimenti sulla metodologia nell’organizzare e gestire le attività all’aperto. Sono state valutate alcune parole che inibiscono i bambini/e come “sporco”, “cattivo” e “brutto” e cercate strategie per dissipare timori verso gli insetti (e/o gli animali in genere) o “lo sporcarsi”. Sono state date informazioni utili per aiutare gli adulti e i genitori vero una positiva percezione dell’attività all’aperto e sulla reale possibilità di infangarsi, colorarsi con l’erba, coprirsi di polvere e terra durante i giochi all’aperto, cercando di trasmettere al meglio come queste situazioni siano un momento di crescita essenziale per il bambino e cercando di trasmettere come una nostra incondizionata resistenza possa invece influenzare notevolmente il bambino.

Nel corso del percorso formativo, ho avuto modo di osservare una partecipazione attiva e coinvolta da parte delle insegnanti, che hanno accolto con entusiasmo le proposte e si sono messe in gioco con curiosità e disponibilità. Le restituzioni ricevute sono state complessivamente molto positive: anche laddove sono emerse alcune difficoltà, i punti critici sono stati colti come occasioni di riflessione, autocritica e desiderio di lavorare su sé stesse, con un atteggiamento costruttivo e profondamente professionale.

Durante gli incontri, ho cercato di creare un clima sereno e accogliente, in cui ogni partecipante potesse sentirsi a proprio agio nell’esprimere pensieri, dubbi e considerazioni. Mi sono posta l’obiettivo di accompagnare le insegnanti in un percorso di scoperta e valorizzazione delle esperienze in natura, offrendo strumenti concreti per affrontare eventuali difficoltà, come ad esempio la gestione del contatto diretto con alcuni elementi naturali (un caso emblematico è stato il timore suscitato dalla presenza di un lombrico).

Nel proporre i contenuti, ho cercato di coniugare rigore scientifico e immediatezza comunicativa, illustrando aspetti per molti inconsueti ma ricchi di potenziale educativo e didattico. L’intento è stato quello di mostrare come anche le conoscenze apparentemente “lontane” possano essere tradotte in attività semplici, quotidiane e accessibili nei contesti scolastici.

Ho notato con piacere che i contenuti e le attività proposte sono risultati concretamente spendibili e, in diversi casi, sono stati successivamente rielaborati e sperimentati nei gruppi sezione. Se il linguaggio scientifico, per sua natura più tecnico, ha talvolta richiesto uno sforzo maggiore di comprensione, le attività pratiche sono invece state immediatamente recepite e vissute con entusiasmo.

La formazione ha inoltre stimolato una riflessione importante sull’utilizzo dei materiali naturali, sulla loro reperibilità a costo zero, sulla loro versatilità e sul loro valore trasversale, coinvolgendo discipline quali arte, scienze, matematica (ad esempio, nell’uso di misure e proporzioni). Questo ha aperto nuove possibilità operative e progettuali per l’insegnamento.

Durante gli incontri si è anche attivato un interessante dialogo sul linguaggio da utilizzare con i bambini/e durante le esperienze all’aperto, ponendo attenzione a termini che possono suscitare timore o resistenza. Si è inoltre riflettuto su come presentare le attività ai genitori, valorizzando l’esperienza outdoor e il significato educativo del “sporcarsi”, inteso non come mancanza di igiene, ma come parte integrante dell’apprendimento e dell’esplorazione.

L’ipotesi da cui il percorso formativo ha preso avvio è stata confermata: ho potuto osservare nei racconti e nelle esperienze condivise una grande spontaneità nei bambini/e durante l’incontro con la natura. Curiosità verso colori, forme, tracce; collaborazione nella ricerca, originalità e creatività nella raccolta e nell’utilizzo dei materiali, tutte esperienze nate spontaneamente, senza indicazioni da parte dell’adulto.

Al termine di ogni incontro, ho lasciato materiali informativi di approfondimento, nonché elementi naturali e strumenti utili per riproporre le attività in autonomia. Mi sono sempre resa disponibile ad affiancare le insegnanti nella predisposizione degli spazi, nell’organizzazione delle attività e nel riordino finale, in un’ottica di condivisione e supporto pratico.

Un’attenzione particolare è stata rivolta anche al personale ATA, che ho coinvolto per favorire una maggiore comprensione delle finalità del progetto e delle tracce lasciate dalle attività (terra, materiali naturali, ecc.), sottolineando che non si tratta di “sporco”, ma di testimonianze del lavoro svolto, da gestire nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e con la collaborazione di tutta la comunità scolastica.

Questo percorso è stato per me un’occasione preziosa di scambio, crescita e arricchimento reciproco. Ringrazio tutte le partecipanti per l’entusiasmo, la disponibilità e l’impegno con cui hanno accolto la proposta formativa.

Passaggi chiave della formazione:

  • Esplorazione del giardino scolastico
  • Raccolta materiali naturali interessanti
  • Riflessione del concetto del giardino come ecosistema
  • Classificazione materiali raccolti
  • Rielaborazione dei materiali raccolti come classificazione personale e di gruppo

Passaggi chiave della formazione:

  • Ispezione del giardino scolastico
  • Osservazione degli alberi presenti e loro classificazione
  • Raccolta materiali per la costruzione del lombricaio
  • Costruzione del lombricaio con bottiglia di riutilizzo

Passaggi chiave della formazione:

  • Ispezione del giardino
  • Vangatura e recupero delle zolle
  • Granulometria e diversa consistenza dei materiali
  • Studio dei materiali “sciolti”
  • Utilizzo dei materiali “sciolti” per creare disegni ed elaborati artistici

Passaggi chiave della formazione:

  • Esplorazione del giardino e raccolta dei materiali interessanti
  • Utilizzo dell’argilla come acquerello
  • Utilizzo dell’argilla come elemento plastico

Scuole coinvolte: Infanzia “Ghiardello”, Infanzia “L’Aquilone”, Infanzia “Marco Gerra” – I.C. “Don Pasquino Borghi” di Reggio Emilia

FORMATRICE: Debora Lervini